martedì 30 settembre 2008

Prodotti biologici contro il caro-prezzi nel nuovo numero di "Origine"

E' uscito il numero di settembre-ottobre di Origine, la rivista che parla del sapore del territorio italiano. Qui potete trovare il sommario del nuovo numero.

In questo numero ho curato, come di consueto, la rubrica "Notizie dal mondo del biologico".

La notizia di apertura, che pubblichiamo qui di seguito, è dedicata alle misure contro il caro-prezzi degli alimentari anche nel biologico. Le altre due notizie sono dedicate al progetto del circuito della cucina biologica di Ascoli Piceno e alla complessa vicenda del nuovo logo europeo sul biologico.

Da notare, tra i tanti articoli, un servizio sul boom del latte crudo alla spina in cui si parla anche del distributore mobile della Biolà di Roma, di cui mi sono già occupato sulle stesse pagine di "Origine".


Notizie dal mondo del biologico
Misure contro il caro-prezzi
di Pier Francesco Lisi

La crisi economica aggredisce i consumi alimentari, a causa dei rincari record di alcuni alimenti base, come pasta e pane. Facile prevedere che la crisi si farà sentire anche per i prodotti bio, che tra l'altro costano un po' di più di quelli convenzionali. Contro la crisi, però, si può e si deve correre ai ripari. Un'indicazione utile per i consumatori viene dal rapporto Ismea sui prezzi dei prodotti biologici all'origine, all'ingrosso e al consumo.
Il rapporto dimostra, se ci fosse bisogno di conferme, che la vendita diretta è molto conveniente proprio nel biologico. In media comprando nelle aziende agricole bio si risparmia il 20-30% rispetto ai negozi specializzati, con picchi che possono arrivare al 70 e anche al 120% per alcuni prodotti, come i mandarini o i finocchi. In generale, i prodotti più convenienti da comprare in campagna dagli agricoltori sono l'olio extravergine, il vino, le verdure e la carne suina. La vendita diretta, naturalmente, conviene anche all'agricoltore biologico, che riesce a ottenere una remunerazione più elevata. Sul prezzo al consumo dei prodotti bio venduti nei negozi, infatti, la quota di retribuzione dei produttori è pari al 42% del prezzo finale: il resto del prezzo va a grossisti e negozi.

Anche il mondo della distribuzione bio, però, si muove per contrastare la crisi. I 64 biosupermercati della catena NaturaSì e i 260 negozi B'io (gruppo Ecor-NaturaSì) proporranno da ottobre a dicembre 2008 un paniere base di prodotti per la spesa di una famiglia, come pane, pasta, latte, yogurt e uova, allo stesso prezzo di vendita del marzo 2007. L'iniziativa (“Blocca il prezzo” e “Spesa base”) è già stata sperimentata con successo nella scorsa primavera.
Il paniere bio a prezzi bloccati, spiega NaturaSì, è reso possibile grazie a un accordo raggiunto tra produttori, distributori e dettaglianti, che rinunciano a una parte dei loro margini.
Non solo: si punta anche ad accorciare la filiera. Una parte della frutta e verdura vendute viene infatti dalla Fattoria di Vaira di Petacciato, in Molise, una delle più grandi aziende biodinamiche in Italia, con un'estensione di 500 ettari, gestita da una società di cui fanno parte, tra gli altri, lo stesso gruppo Ecor-NaturaSì e la Banca Etica.