venerdì 17 ottobre 2008

Ceci e fagioli dell'Alta Tuscia

E' uscito il numero di ottobre 2008 di "E' tempo di", la rivista gratuita che parla del turismo nella Tuscia, distribuita in tutta la provincia di Viterbo. Su "E' tempo di" trovate tutte le informazioni utili per visitare la Tuscia e i suoi paesi più belli e per vivere gli eventi e le sagre di questo periodo.

Dopo la presentazione nel numero precedente, questa volta trovate il primo articolo della rubrica "La Tuscia nel piatto", che curerò in tutti i numeri.

Siamo in autunno, il freddo si avvicina ... niente di meglio di un buon piatto di legumi tipici del Viterbese.


La Tuscia nel piatto
A tavola con i prodotti tipici della provincia di Viterbo

Ceci e fagioli dell'Alta Tuscia
di Pier Francesco Lisi

La zona dell'Alta Tuscia offre al gastronomo alcuni legumi davvero interessanti, da usare in cucina soprattutto con le ricette tipiche della zona. Tra i più conosciuti ci sono il Fagiolo del Purgatorio di Gradoli ed il Cece del Solco Dritto di Valentano.

Il Fagiolo, coltivato oggi a Gradoli e Acquapendente, prende nome da antiche tradizioni. Già nel '600 a Gradoli si preparava un pranzo di magro per l'inizio della Quaresima, nel Mercoledì delle Ceneri, chiamato Pranzo del Purgatorio, in cui proprio il fagiolo costituisce il piatto fondamentale con la ministra di riso. Si tratta di un fagiolo bianco, piccolo, simile al Cannellino.

Anche il Cece di Valentano deve il suo nome alle tradizioni locali: il 14 agosto di ogni anno, infatti, nella piana che si trova sotto al paese di Valentano, si tiene una manifestazione contadina chiamata “la tiratura del solco dritto”. Da due anni a Valentano è nata anche la Sagra del Cece del Solco Dritto, dove è possibile gustare una serie di specialità, come il classico baccalà con i ceci.
Una caratteristica di questi legumi, come degli altri coltivati nell'Alta Tuscia, è la diffusione della coltivazione biologica: si tratta infatti di varietà rustiche, resistenti e adatte al territorio e al clima. Per il consumatore, quindi, una garanzia in più di qualità e di rispetto dell'ambiente e della salute.

A completare il quadro dei legumi dell'Alta Tuscia, dobbiamo ricordare il Fagiolo Giallo o della stoppia, coltivato soprattutto a San Lorenzo Nuovo, che viene tradizionalmente piantato a fine giugno sulle stoppie del grano (da cui il nome), e il Fagiolo Verdolino acquesiano.
Le tre varietà di fagioli (del Purgatorio, Giallo e Verdolino) sono anche presenti nell'elenco della varietà vegetali a rischio di estinzione della regione Lazio: per prevenire la scomparsa di queste varietà sono infatti previsti contributi europei per la coltivazione.

Non si può poi dimenticare il più famoso dei legumi dell'Alta Tuscia, la Lenticchia di Onano, conosciuta e apprezzata, tanto da essere divenuta anche un Presidio Slow Food. Di questa lenticchia e dei suoi grandi pregi parleremo in un prossimo numero.